Gemelli da polso, la storia

Il gemello da polso è un bottone doppio ornamentale, che ha lo scopo di chiudere i polsini di camicie che non hanno bottoni fissi. Questi polsini, invece di avere un bottone su un lato e un occhiello sull’altro, sono dotati di due occhielli, dentro ai quali viene infilato il gemello, che serve come elemento di congiunzione dei due lembi. Questa è la spiegazione tecnica, che descrive il meccanismo di utilizzo; ma dietro i gemelli da polso si nascondono diverse curiosità, dalla loro storia alle diverse tipologie esistenti, da i simboli in essi raffigurati al loro legame con il mondo dell’eleganza e dello sport.


Storia dei gemelli da polso

La vera storia dei gemelli da camicia è avvolta da una nube. Sono molto discordanti, infatti, le ipotesi al riguardo, per cui è difficile oggi poter attribuire con certezza una data in cui si iniziò a indossare questi ornamenti. Ad ogni modo vi sono delle testimonianze dei primi usi dei gemelli da polso nel periodo post-rinascimentale, nel quale l’uso di due bottoni ornamentali tenuti insieme da una maglia a catena, diventa un must tra la nobiltà e l’alta borghesia inglese. Nonostante l’incertezza, quindi, si tende a indicare questo come periodo d’origine, in quanto prima di questa loro prima comparsa i sarti dell’epoca usavano unire i vestiti con spilli, cinghie o lacci.

Una volta che i gemelli entrarono abitualmente a far parte della “divisa” della nobiltà e dell’alta borghesia, sarti e gioiellieri si sbizzarrirono per trovare i materiali e le forme giuste per ornare al meglio chi li indossava. Chiamati a quei tempi “bottoni da manica”, i gioiellieri dell’epoca utilizzavano diversi materiali per la loro fabbricazione, in particolare oro, argento e pietre preziose; già nel ‘600 il loro uso era attestato dalla moda, che i reali inglesi di allora seguivano, facendosi creare gemelli appositi e personalizzati per le grandi occasioni come matrimoni, nascite e incoronazioni. Nel ‘700 assistiamo ad una piccola rivoluzione di questo raffinato dettaglio della moda maschile: compare, al fianco dei sopracitati metalli e delle pietre preziose, anche la pasta di vetro.

Dal Regno Unito questa moda si estese alla vicina Francia, dove per la prima volta nel 1788, si utilizzò il termine “gemello da polso”; alla corte di Versailles era divenuto ormai quasi un obbligo indossare questo ornamento, che soprattutto in quell’ambiente raggiunse lo status di accessorio nobile ed elegante per antonomasia. Francia e Regno Unito inoltre, da sempre rivali su questioni che vanno ben oltre la moda e il ben vestirsi, si attribuiscono entrambi l’orgoglio di essere il paese in cui i gemelli da polso ebbero origine; tutte le ricerche, però, portano a pensare alla Gran Bretagna come la culla del raffinato accessorio.

L’oggetto è rimasto ad appannaggio delle classi nobili e dell’alta borghesia per diverso tempo, finché durante la rivoluzione industriale non vi fu l’invenzione della macchina che produceva i bottoni e, quindi, anche i gemelli da polso: ciò ha portato ad una drastica riduzione dei costi di produzione che, unito all’utilizzo di materiali meno ricercati, li ha resi accessibili a tutti. Con la fine della seconda guerra mondiale e l’inizio del boom economico, l’idea che questo accessorio fosse associato esclusivamente all’abito da cerimonie, matrimoni e feste, fece rallentare moltissimo il suo utilizzo, fino quasi a scomparire del tutto. Negli anni ’80 la sterzata: i grandi stilisti italiani e stranieri propongono i gemelli da polso sia per l’abito da cerimonia, sia per quello elegante ma sportivo, sia per l’abbigliamento casual e questa linea vige ancora oggi.